"Se la verità è un cerchio e l'amore è una sfera,
la libertà non ha forma perché è infinita" (mir)

domenica 5 febbraio 2012

✿ Sentire Vibrazioni Consapevoli Anima ✿

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Zhuangzi

« Non si avvicinerà mai alla verità chi sa parlarne »


Plotino

« Sforzatevi di restituire il Divino che c'è in voi stessi al Divino nel Tutto  »


* Orazio

« in manicis, et Compedibus,
saevo te sub custode teneba
Ipse Deus simul atque volam,
me solvet: opinor,
Hoc sentit, moriar.
Mors ultima linea rerum est »



 

Per Cartesio la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove mente (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono. A mio avviso la consapevolezza fa da ponte tra la mente e il corpo ed è quella che si prende cura dell'Anima oppure è l'Anima stessa a prendersi cura della nostra consapevolezza. Più ci si stacca dalla mente, più la consapevolezza si espande, i gesti cambiano e il corpo acquista una vitalità mai avvertita prima. Prendiamo la consapevolezza ossia la capacità di ascoltare dell'acqua considerando gli esperimenti di Masaru Emoto sul fenomeno dei cristalli che si trasformano a seconda dei suoni a cui sono sottoposti. La capacità maggiore di sviluppare cristalli armonici hanno le parole Gratitudine e Amore, in rapporto due a uno, ossia due porzioni di gratitudine e una porzione di amore. Gratitudine nel senso passivo di accettazione e ringraziamento di ciò che è e si ha, Amore nel senso di amore incondizionato e di abbandono in maniera attiva.


                                               

Volevo un gatto nero
Un coccodrillo vero, un vero alligatore
ti ho detto che l'avevo e l'avrei dato e te.
Ma i patti erano chiari: un coccodrillo a te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo con te non gioco più.

Non era una giraffa di plastica o di stoffa:
ma una in carne ed ossa e l'avrei data e te.
Ma i patti erano chiari: una giraffa a te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco ed io no ci sto più.

Un elefante indiano con tutto il baldacchino:
l'avevo nel giardino e l'avrei dato e te.
Ma i patti erano chiari: un elefante a te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.

Volevo un gatto nero, nero, nero,
mi hai dato un gatto bianco ed io non ci sto più.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
siccome sei un bugiardo con te non gioco più.

I patti erano chiari: l'intero zoo per te
e tu dovevi dare un gatto nero a me.
Volevo un gatto nero, nero, nero,
invece è un gatto bianco quello che hai dato a me.

Volevo un gatto nero,
ma insomma nero o bianco
il gatto me lo tengo
e non do niente a te.

Credito musicale:
* cantante/bambina: Cristina D'Avena - Zecchino d'Oro, 1969.
* canzone: Volevo Un gatto Nero (Maresca - Soricillo - Framario)