"Se la verità è un cerchio e l'amore è una sfera,
la libertà non ha forma perché è infinita" (mir)

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© Trecco Design, Mainz.






A come Agostino oppure A come Alessandro Mendini

«Riguardo alle cose, alcune sono fatte per goderne, altre per usarne, altre invece sono capaci di godere e di usare. Le cose fatte per goderne sono quelle che ci rendono beati; dalle cose presenti invece, che bisogna solo usare, veniamo sorretti nel nostro tendere alla beatitudine. Di esse, per così dire, ci equipaggiamo per poter giungere a quelle che ci rendono beati e aderir loro. Quanto a noi, che poi siamo quelli che o godiamo o usiamo quelle altre cose, ci troviamo nel mezzo fra le une e le altre e, se vogliamo godere delle cose di cui dobbiamo solo servirci, la nostra corsa è ostacolata e qualche volta diviene anche tortuosa, con la conseguenza che, ostacolati appunto dall'amore per ciò che è inferiore, siamo o ritardati o anche distolti dal conseguire quelle cose di cui si deve godere» tratto da: Agostino, La dottrina cristiana, I, III, 3. Roma, Città Nuova, 1992.¹

Il tranello del mal vivere consiste non solo nel dramma dell'ingombro ma nella permanente confusione tra vizio e virtù. Insisto citando Agostino: «Tutta la perversione umana, che ha anche il nome di vizio, consiste nel voler fare uso delle cose da godere e nel voler godere delle cose da usare» vedi Sant'Agostino, Ottantatre questioni diverse, 30, Roma, Città Nuova, 1995.¹ Per Agostino la virtù consiste nel discernere tra 'godere delle cose da godere, che sono quelle oneste' e 'nell'usare le cose da usare, che sono quelle utili'. Lui ricalca l'onestà come 'bellezza intelligibile, detta più propriamente spirituale' e l'utilità come 'la divina Provvidenza' e qui esulo dall'insistere ed invito ad un indulgente ricercare, magari di simili concetti agostiniani in precedenti poetiche taostiche o forme puristiche di buddismo zen.

Nella mia biblioteca personale, virtuale o non, mi piace pensare di tenere solo libri/riviste/articoli cartacei o digitali che desidero leggere una seconda volta e piano piano gli altri li elimino. Rivendo, regalo o deposito nel raccoglitore per la carta da riciclare o negli appositi scaffali-libro-deposito-baratto, presenti ovunque nella città di Mainz. La 'pulizia' digitale richiede ugualmente un accurato discernimento e nei monasteri al silicio, quali sono diventati i nostri uffici, case, scuole o altri luoghi di scambio, la vecchia forma di preghiera si è trasformata, sia fra gli spiriti adepti o profani, in un comune click giornaliero in rete. Si assiste ad una perenne ed incessante metamorfosi e le crisalidi di informazione si sbriciolano ovunque come fosse un gettare pane alle colombe!


© Miriam Trecco, 2009. Tutti i diritti riservati.

Perché A come Affresco? A come Agostino? A come Alessandro Mendini? Perché la casa sta ferma, mentre la vita si muove, riporta il noto architetto italiano Mendini, in uno dei suoi scritti. Personalmente ritengo che  viviamo non solo nel dramma, ma oramai nella tragedia dell'ingombro e c'è urgenza di 'muoversi' in maniera diversa. Sarebbe utile e onesto 'equipaggiarsi' per un bel giro di boa: dare un'occhiata alla scia di oggetti, fatti e misfatti che rumoreggiano stonati, incollati alle nostre ossa; scuoterceli di dosso, eliminarli e non rifare due volte lo stesso errore, per poter illuminare questo mondo, anziché spegnerlo, perciò è importante donargli energia creativa autorinnovabile. Concludo con due citazioni di William Blake: "l'energia è l'eterno piacere" e "l'eternità è innamorata delle opere del tempo". Assaporate con me Il Manifesto di Alchimia² di Alessandro Mendini, un'utopia visiva datata 1984, mi auguro che continui ...
(mir)

di Miriam Trecco da Magonza, scrivana, frescante in cerca di muro (28.8.2011)